mercoledì 21 settembre 2011

Un partito del Lavoro dentro il nuovo Ulivo

Intervista a Cesare Salvi su l'Unità

"Un partito del lavoro dentro il nuovo Ulivo. Occorre costruire una coalizione politica e sociale con un programma ben definito Anche il socialismo europeo va in questa direzione"

L'appuntamento ufficiale è per oggi, a partire dalle 10,30 al centro congressi di via Frentani, a Roma. Stamani, «come si dice in politichese, apriamo un percorso», spiega Cesare Salvi, già ministro del Lavoro con i governi D'Alema e Amato, e che ora dall'interno della Federazione della Sinistra, da presidente dell'Associazione Socialismo 2000, annuncia di voler «dare vita a un movimento politico che pone alla sinistra l'esigenza di dar vita a un Partito del Lavoro».

Un movimento che si traduce subito in una mano tesa verso il Pd. Salvi, ci spieghi di cosa si tratta. In questo momento per indicare una via d'uscita dalla crisi occorre una coalizione politica e sociale costruita intorno al lavoro. Questo Nuovo Ulivo, come lo chiama Bersani, o alleanza democratica, deve ripartire da qui. Su questo, non sulle ideologie, va costruito il programma. Nelle forze del socialismo europeo ci si muove in questa direzione e di questo si parla negli incontri che il segretario del Pd sta avendo con queste realtà, con i tedeschi, i francesi.

E il Partito del Lavoro, che ruolo dovrebbe avere? Chi siete?
Il partito è un obiettivo a lungo termine. Io sono convinto che sia necessario dare un'autonoma e forte rappresentanza politica ai lavoratori. Le associazioni di Socialismo 2000 e Lavoro-Solidarietà, che con Rifondazione Comunista e ai Comunisti Italiani hanno fondato la Federazione della Sinistra, porranno questo tema a tutte le forze della sinistra.

È anche un mea culpa per non aver dato voce alle istanze che riguardano il mondo del lavoro... Certo, nella prima Repubblica la rappresentanza dei lavoratori era garantita da Pci, Psi e socialdemocratici. Oggi in Italia non c'è più una forza politica che si ponga questo obiettivo. È un dato acquisito che ci sia stata una disattenzione al tema del lavoro. Tutte le forze della sinistra e del centrosinistra dovrebbero fare un'autocritica.

Al resto della Federazione della Sinistra cosa proponete?
Noi diciamo: cominciamo a diventare un soggetto politico che abbia come baricentro sociale e culturale il lavoro. Una piattaforma nella quale si riuniscano i partiti della Federazione della Sinistra, ma non solo. Puntiamo ad avere un ampio respiro e soprattutto a coinvolgere i lavoratori.

E volete stare nel Nuovo Ulivo...
È quello che chiediamo, stare dentro questa alleanza fin dall'inizio, per dare un contributo programmatico. La destra si batte con una coalizione di forze che stanno insieme intorno a un'idea. Il limite dell'Unione erano i tanti simboli intorno a un programma di troppe pagine, senza un'idea forte.

Idee programmatiche?
Innanzitutto l'abolizione dell'articolo 8 della manovra del governo e una nuova legislazione che contrasti il precariato.

Ma in termini di alleanze, se voi foste dentro al Nuovo Ulivo?
Sul lavoro, il Terzo Polo ha già manifestato posizioni diverse da queste, schierandosi contro la manifestazione della Cgil sull'articolo 8. È evidente che sono fuori da un'idea di questo genere.

Qual è la vostra tabella di marcia?
Ora si apre un percorso, poi svolgeremo assemblee in tutta Italia in vista dell'assemblea costitutiva, in due-tre mesi... E ai lavoratori daremo delle quote negli organismi di partito e nelle eventuali rappresentanze istituzionali.

Meno politici e più lavoratori: una strizzata d'occhio all'antipolitica?

No, è l'esatto contrario. L'antipolitica è un fenomeno inquietante. Si può ignorare, cavalcare in modo demagogico, oppure lo si può affrontare praticando una riforma della politica. E questo è cio che vogliamo fare portando alla dirigenza chi è lontano dalla politica come professione, ma non dalla passione politica.

17 settembre 2011

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