sabato 24 settembre 2011

Le 5 mosse della Confindustria della Marcegaglia

Ecco le 5 miracolose misure che la Confindustria ritiene fondamentali per uscire dalla crisi:
1) Pensioni: interventi su anzianità e donne (solito mantra)
La spesa previdenziale italiana è il 2,5% più alta rispetto alla media Ocse (ecco le percentuali che piacciono ai padroni). Bisogna quindi accelerare l’eliminazione delle pensioni di anzianità (produci – consuma -crepa) e aumentare rapidamente (schnell! schnell!) l’età in cui si va in pensione, oltre ad intervenire sulla pensione delle donne (da bravi illuministi!)

2) Via alle dismissioni dei beni dello Stato
Al secondo punto del Manifesto le dismissioni dei beni dello Stato, immobiliari e di società (svendere spiagge e montagne su cui edificare con gusto classico, regalare musei per farci i “meeting”, fagocitare aziende statali in attivo). Una decisione che va presa non solo, ha detto la Marcegaglia, per ridurre il debito (da quando regalando un bene si diventa meno indebitati?), ma anche per comprimere il confine «troppo dilatato» dello Stato nell’economia (non è quello stesso Stato che deve “aiutare” le imprese con stanziamenti a fondo perduto?).

3) Liberalizzare professioni e servizi
Tutte le professioni dovranno essere liberalizzate (il ritorno dell’homo sapiens alla giungla?) . Bisognerà intervenire anche sui servizi pubblici locali con privatizzazioni e liberalizzazioni, dall’energia, ai trasporti, al gas, per ridurre i prezzi ai cittadini (quando mai le privatizzazioni hanno abbassato i costi per i cittadini?) e ampliare il mercato.

4) Tempi rapidi per le grandi opere
Sul capitolo delle infrastrutture (fondamentali come la TAV e il ponte sullo Stretto) si punta a rendere più veloci i tempi di realizzazione sollecitando procedure d’urgenza per superare gli ostacoli burocratici (non rompete i coglioni con la sismicità dello Stretto di Messina). L’obiettivo è anche quello di coinvolgere i capitali privati (perché fino ad ora sono rimasti a digiuno?)

5) Ridurre le tasse a lavoratori e imprese
Ridurre l’Irap sulle imprese e l’Irpef per i lavoratori (di quanto?). Per trovare le risorse Confindustria è disposta a discutere di un aumento dell’Iva (che colpisce tutti), una piccola patrimoniale ordinaria (giusto giusto per la casa di proprietà dei lavoratori), mettendo nell’Irpef la ricchezza personale (quella che i padroni intestano alla nonna con l’Alzheimer residente ad Antigua). Altra misura, che servirebbe a combattere l’evasione, limitare l’uso del contante a 500 euro (una mossa che di certo terrorizzerà chi evade sportivamente)

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