giovedì 22 settembre 2011

Gli Usa uccidono un nero: Troy Davis giustiziato

Ricordate il falso mediatico sul caso Sakineh? Sakineh si è dichiarata colpevole. Ha ucciso suo marito ed ora è viva (in galera). Troy Davis si è sempre dichiarato innocente. Da più di 20 anni cercano prove concrete della sua colpevolezza senza riuscirsi. Troy non è più in vita. La pena di morte in USA è vera, crudele e spesso agisce contro il rispetto della giustizia.

Per saperne di più leggi il link Riflessioni sul falso mediatico Sakineh


Troy Davis è morto oggi alle 23:08 (5:08 ora italiana) nel penitenziario di Jackson nello Stato
Troy Davis, 43 anni, è stato ucciso oggi dallo Stato della Georgia.
Il team della difesa di Davis si è, infatti, visto rifiutare ora per ora ogni appello intentato contro l’esecuzione capitale. L’ultimo diniego è arrivato alle 22:10 ora locale (4:10 in Italia) dalla Corte Suprema degli Stati Uniti che, all’unanimità, si è espressa contro il blocco dell’esecuzione. I medici e l’infermieri che si trovavano dentro il penitenziario hanno quindi iniziato la procedura, che prevede un cocktail di farmaci che portano alla morte del condannato, alle 10:53. Dopo 15 minuti Troy Davis è stato dichiarato morto.
Il caso di Troy Davis ha suscitato un articolato dibattito nel mondo sulla pena di morte. Condannato nel 1991 per l’omicidio dell’agente di polizia Mark MacPhail, avvenuto nell’Agosto del 1989, Davis si è da sempre dichiarato innocente. Le prove contro di lui vennero raccolte dalla Polizia, nel giorno successivo al crimine, a seguito della testimonianza di uno dei possibili sospettati che dichiarò di aver visto Troy Davis sparare all’agente di polizia. Furono quindi raccolte 8 ulteriori testimonianze che servirono come tesi d’accusa al processo dove Davis fu condannato alla pena capitale.

Sette dei nove testimoni hanno però poi ritrattato le loro testimonianze, alcuni di loro dichiarando di essere stati costretti dalla polizia, altri accusando Redd Coles, l’ottavo testimone. Del nono testimone non si hanno più notizie. L’accusa non è inoltre riuscita a trovare prove fisiche che incolpassero Davis. L’arma del delitto non è stata mai trovata, anche se Coles ne possedeva una dello stesso tipo di quella che uccise l’agente di polizia.

La notte appena trascorsa è stata molto triste e lunga per Troy Davis, i suoi avvocati, la sua famiglia e per centinaia di migliaia di attivisti in tutto il mondo. L’esecuzione era programmata per le 19 ora locale (01:00 in Italia), ma è stata ritardata a seguito di un appello alla Corte Suprema in cui gli avvocati di Davis hanno chiesto un’ulteriore udienza per dimostrare l’innocenza del loro assistito. La Corte si è fatta sentire attorno alle 19:20 ora locale comunicando di aver bisogno di più tempo per poter analizzare il caso. Questa decisione ha fatto sperare i partecipanti alla veglia davanti al Penitenziario, tra cui erano presenti i familiari del detenuto. Purtroppo dopo circa tre ore la Corte ha semplicemente dichiarato chiuso il caso e condannato definitivamente Troy Davis alla morte.

Le ultime parole di Troy Davis sono state rivolte ai familiari dell’agente di polizia, che hanno assistito all’esecuzione, a cui ha detto “di essere innocente”. “L’incidente quella notte” ha detto Davis alla madre e al fratello della vittima “non è stata colpa mia, io non avevo una pistola. Non ho ucciso vostro figlio”. Il cittadino afroamericano si è anche rivolto alla sua famiglia, chiedendo loro di “approfondire il caso, scoprendo il vero colpevole” e chiedendo loro di attivarsi contro la pena di morte. Le sue ultime parole sono state d’incitamento per la battaglia contro la pena di morte e affinché venga fatta giustizia all’agente morto (trovando il vero colpevole).

Uno degli avvocati di Davis, Thomas Ruffin, uscito dal penitenziario ha raccontato a Democracy Now i suoi ultimi momenti di vita. “E’ stato molto coraggioso” ha detto l’avvocato, continuando dicendo che “questa continua tragedia va fermata. Dobbiamo chiedere l’abolizione della pena di morte”. Ruffin ha evidenziato, inoltre, la discriminazione razziale alla quale è andato incontro Davis nel corso di questi anni. “Il colore della pelle influisce” ha dichiarato triste l’avvocato. Sullo stesso argomento Riccardo Noury, portavoce della sezione italiana di Amnesty International, si era espresso nella giornata di ieri durante un’intervista rilasciata a Rainews. “Un poliziotto bianco” assieme a un “sospettato nero fanno quasi una condanna nella Georgia” aveva dichiarato.

Rev. Raphael G. Warnock, ha partecipato alla veglia che si è svolta davanti al Penitenziario della Georgia dove è stato ucciso Troy Davis. "We can do better" ha detto.

Il reverendo Dr. Raphael Gamaliel Warnock, della chiesa battista di Atlanta, presente anche lui nella veglia che si è svolta nella nottata, ha dichiarato appena appresa la morte di Troy Davis che i cittadini statunitensi “possono fare meglio” e possono “combattere la pena di morte”. “Noi continueremo a combattere” ha detto il pastore concludendo che “molti giovani in questi giorni si sono mobilitati e credono veramente nell’abolizione della pena di morte”.

Un attivista di colore ha invece detto piangendo ai microfoni di Democracy Now: “C’è una via migliore rispetto alla pena di morte! A tutti voi: non venite nel Georgia, non fate le vostre vacanze qui, potrebbe essere pericoloso. E non comprate nulla da questo stato, non finanziatelo. Dio benedica l’America, Dio benedica Troy Davis”.

Kathryn Hamoudah, del Southern Center for Human Rights, ha invece letto la lista delle 51 persone uccide dallo Stato del Georgia in questi anni. Hamoudah ha inoltre descritto, minuto per minuto, la terribile procedura alla quale sono sottoposti i condannati a morte: dall’ultima cena, alla visita medica di controllo, fino all’iniezione locale di un cocktail di farmaci.

Larry Cox, direttore esecutivo di Amnesty International. "Mi vergogno della mia nazione" ha detto.

Milioni di persone hanno firmato non solo per salvare la vita a Troy Davis, ma anche per garantire una vera giustizia alla famiglia dell’agente. E’ nell’interesse di tutti scoprire il vero colpevole, invece di uccidere qualcuno per far dormire notti tranquille a qualche sostenitore senzacervello della pena di morte.



La lotta per la giustizia non finisce con me. Questa lotta è per tutti i Troy Davis che sono venuti prima di me e che verranno dopo di me” ha detto Troy prima di morire. E tutti noi continueremo a lottare per un mondo senza la pena di morte.

Fonte: Iesperanto

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