venerdì 30 settembre 2011

Nessun governo con il PD. Bertinotti e Rinaldini con Rifondazione

di Daniela Preziosi su il manifesto del 30/09/2011

Ferrero, Prc: è tornato il leader del '98. Ma dica sì al fronte antidestre. Il segretario e l'ex guida di Rifondazione uniti dalla legge elettorale. Preparano un confronto pubblico a Milano

«In queste sue ultime scelte ritrovo il Bertinotti del '98 (quello della rottura con Prodi, ndr) del 2001 (quello del Social Forum di Genova, ndr) insomma, per me il Bertinotti migliore». L'ultima «rottura» dell'ex segretario Prc piace molto a Paolo Ferrero, all'attuale segretario di quel partito, nel frattempo però passato per alcune scissioni. L'ultima, nel 2009. Spiega Ferrero: «In quell'occasione il tema di fondo era proprio il tema del governo e il rapporto con il Pd». Vendola e i suoi, che non escludevano una futura collaborazione con il centrosinistra, uscirono dal partito e fondarono Sinistra ecologia libertà. Bertinotti non vi aderì, ma si schierò con loro.

Ora, con l'acuirsi della crisi e il 'golpe' delle manovre d'agosto, neanche avversate dal Pd, Bertinotti ha scritto un saggio (esce in questi giorni su Alternative per il socialismo) che bolla come «ente inutile» la sinistra «che non sa dire di no», e che al pari delle destre «accompagna acriticamente la ristrutturazione capitalistica». Niente accordi, dunque. E indica la strada dell'autonomia dei movimenti «di lotta e di mobilitazione», rivolte e indignados.

La cronaca si incarica di dimostrare almeno il suo primo assunto: di ieri la pubblicazione di una lettera in cui la Bce indica la selvaggia cura economica a cui dovrebbe essere sottoposta l'Italia. Dal Pd nessuna contestazione di merito. «È evidente che il centrosinistra, per com'è oggi, non vuole fuoriuscire dal quadro dei vincoli monetari europei», ragiona Gianni Rinaldini, già segretario Fiom oggi fra i promotori di Uniti per l'alternativa, che prepara la mobilitazione del 15 ottobre. «La riedizione dell'Ulivo è destinata al fallimento, questo è sicuro e già dimostrato, basta guardare a Zapatero e alla Grecia. Il resto è oggetto di discussione».

Ma torniamo al Prc. Ferrero applaude il Fausto ritrovato. «Il punto, che noi avevamo individuato da tempo, è che non ci sono le condizioni per un governo con il centrosinistra. È la lezione di fondo dell'ultimo governo Prodi», di cui Ferrero era ministro e Bertinotti presidente della Camera. Ma stavolta Bertinotti non scavalca perfino la Rifondazione - che non vuole fare il governo con l'Ulivo ma propone comunque un fronte antidestre - e riecheggia l'antico «questo o quello pari sono», riferito agli schieramenti di destra e centrosinistra? Ferrero mette le mani avanti, ha letto il saggio solo negli stralci pubblicati dal manifesto, ma «se così fosse sbaglierebbe. Passerebbe dall'estremismo governista a quello della separazione consensuale del 2008, ai tempi della Sinistra arcobaleno, una delle principali cause della nostra distruzione. Pd e Pdl non sono pari, il governo Bersani garantirebbe un quadro costituzionale e non procederebbe alla demolizione rapida dei diritti e dello stato sociale».

In Rifondazione applausi a scena aperta, dunque. Il padre nobile di Sel sembra sconfessare la linea 'accordista' di Vendola e compagni. E non solo per manifesta incompatibilità con le ricette economiche del Pd. «Bertinotti concorda con noi anche sul fatto che il sistema bipolare maggioritario sia una gabbia che preclude la costruzione del nuovo spazio pubblico; e che, quindi, è un imbroglio il referendum in atto sul ripristino del "Mattarellum". Non a caso la rivendicazione prima degli "indignati" spagnoli è quella del sistema proporzionale», dice Giovanni Russo Spena. Mettendo il dito su un altro punto di contatto del vecchio segretario con l'ultimo Prc: la legge proporzionale. Vendola si è schierato con il referendum pro Mattarellum. E non poteva fare diversamente: il ritorno al proporzionale cancellerebbe le primarie per la premiership, eterno cavallo di battaglia di Vendola. Fu proprio Bertinotti, del resto, il primo a portare la sinistra sinistra alle primarie, quelle dell'Unione nel 2005.

«Siamo di nuovo in sintonia», spiega Augusto Rocchi, punto di riferimento dei bertinottiani non entrati in Sel. A patto che «non ci si chiuda nell'isolazionismo. Oggi Bertinotti dà ragione alla scelta di fondo del Prc: che non si è chiuso nel settarismo identitario, pur sapendo che le condizioni per un governo con il centrosinistra non ci sono». Ma è un riavvicinamento? In questi giorni l'ex presidente della Camera discute con molti suoi ex compagni di partito. La prossima settimana tornerà a Liberazione, il quotidiano del Prc, per un forum con Ferrero. E a novembre i due si sono dati un altro appuntamento pubblico, una tavola rotonda a Milano, assieme a Mario Tronti.

7 commenti:

  1. L'unica alternativa è il Partito del Lavoro e che che la FED contribuisca a costruirlo presto con altri soggetti seriamente ancorati alla sinistra, di ispirazione socialista e comunista.

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  2. Ci vuole un partito anticapitalista e che dia un'alternativa sociale e metta in discussione la struttura economica esistente basata sulla proprietà privata. Se il partito del lavoro è quello bene, se è un partito che deve dare sponda politica alla Camusso o chi per lei allora proprio no.

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  3. Dare ancora credito a Bertinotti è autolesionismo puro. Comunque, fatti vostri.

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  4. Non si sta dando alcun credito a Bertinotti, ha detto una cosa e il Prc la ha semplicemente condivisa, non lo si sta mica ricandidando a segretario e nemmeno gli si sta dando la tessera!!

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  5. Centinaia di persone riempiono il teatro Ambra Jovinelli di Roma per lanciare la campagna “Noi il debito non lo paghiamo”. Indicato il programma politico e di lavoro. Il 15 ottobre in piazza. A dicembre una nuova assemblea nazionale per verificare come si è lavorato. Sta nascendo qualcosa di interessante. http://ilmegafonoquotidiano.it/news/il-no-al-debito-si-fa-movimento

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  6. ma il Fausto lo sa che viene insultato e incolpato quotidianamente per le sue ormai storiche colpe?
    Forse il Fausto non è capito in questa sua nuova performance!

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  7. Vecchi mostri ritornano ...coloro i quali hanno distrutto qualsiasi prospettiva comunista in Italia ...Bertinotti è chiaro vuole fare la sinistra ...ma un comunista con la "C" sa benissimo che destra e sinistra sono solo sovrastrutture le differenze sono solo ideologice..ma di sole ideologie le persone non se ne fanno niente... e se vogliamo veramente fermare la deriva delle destre,bisogna lavorare sul territorio e coinvolgere i ragazzi parlando anche di argomenti di cui "non si capisce bene" come la mai quella che dovrebbe essere la sinistra fatica a parlare ...il motto migliore è quello di agire localmente e pensare globalmente ...per una prospettiva comunista che si possa adattare alla situazione odierna dove gli operai non possono essere la sola classe salvifica...è un lavoro duro che ma che va fatto...manca del tutto una totale comprensione di ciò che realmente sta accadendo ...riportare Bertinotti a capo del fds è un vero suicidio...vabbhè che siamo abituati.. errare è umano,perseverare è diabolico.
    saluti
    Andrea

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