martedì 28 febbraio 2012

La reazione a catena No TAV che spaventa il sistema

"I popoli non dovrebbero avere paura dei propri governi, sono i governi che dovrebbero aver paura dei popoli" (T.Jefferson)

Il grandissimo corteo No Tav di sabato, più di 75mila partecipanti, ha dimostrato per l'ennesima volta la forza di questo bellissimo movimento, che non si spaventa dell'arrogante (in)giustizia, che tenta, con la provocazione dei potenti e la violenza della polizia, di dividere e indebolire il movimento. Otto chilometri di marcia pacifica in solidarietà con gli arrestati sono state l'ottima risposta del movimento agli espropri dei terreni di questi giorni. Gli slogan più usati sono stati: "La valle non si criminalizza",  "Il dissenso non si arresta",  "Liberi tutti".

"Bisogna continuare a dire no alla Tav e non fermarsi mai [..] Sono i nostri terreni, ci faremo portare via di peso piuttosto che lasciarli. Non ci importa di ordinanze e leggi, perché come diceva Gandhi le leggi che non sono giuste si ignorano e non si rispettano. Difenderemo la nostra la nostra terra a costo della nostra vita e della nostra libertà" (Perino)

Da vent'anni le argomentazioni del movimento sono documentabili, visibili e concrete. Per sintetizzare in quattro punti. La Tav è:
Inutile. La linea (storica) esiste già ed è sotto-utilizzata. Il TGV che da Torino va a Parigi già esiste, e lo scalo di Lione è stato soppresso per mancanza di passeggeri. Inoltre la domanda del traffico merci secondo le stime è in diminuizione.
Gravosa. Grave rischio causato da amianto e uranio ampiamente presenti nel sottosuolo valsusino.
Spreco di denaro pubblico. Il costo di un km di Tav si aggira intorno ai 100 milioni di euro e l'attuale militarizzazione della valle raddoppiano queste cifre
Infiltrazioni mafiose. Dalla relazione 2011 della Direzione Nazionale Antimafia, emerge un quadro più che inquietante sull’andamento dei lavori per la costruzione della tratta Torino-Lione.

Il movimento ha una forza inesauribile proveniente dalla ragione e dalla riconquista della parte più genuina dell'umanità. Un fiume di passione, speranza e lotta percorre la valle e travolge i sopprusi dei potenti che malgovernano il nostro stato. Non possono sconfiggere la  forza del popolo della valle e non gli resta che aggredire, arrestare, denigrare i No Tav, simbolo perfetto di un popolo che si ribella alle logiche di mercato, un movimento che rimette la vita delle persone davanti ai profitti.
La difficoltà della loro non democrazia li mette con le spalle al muro e posso solo rispondere con aggressioni.
La solita oceanica manifestazione pacifica non era utile ai loro fini denigratori contro il movimento No Tav.
Come a Venaus nel 2005, sabato l'ennessima provocazione scellerata dentro la stazione Torino Porta Nuova, che ci ha ricordato che Spartaco Mortola è il capo della Polfer di Torino, lo stesso Mortola già condannato in secondo grado, in due procedimenti: per l'irruzione alla Scuola Diaz nel G8 di Genova dieci anni or sono e per induzione alla falsa testimonianza dell'allora questore Colucci (1).  Il capo della polizia, Antonio Manganelli, si era detto preoccupato per un aumento del dissenso. Ecco come pensano di ridurre il dissenso: con il manganello e le violenze. (2)
Al termine di una partecipatissima giornata di solidarietà e di coesione nessuno si sarebbe aspettato un epilogo così sconcertante.

Sono arrivato alla stazione sul tardo pomeriggio, non c'era alcuna tensione. Avevamo notato le transenne al binario 20, il bar del binario stranamente chiuso, dall'altra parte della stazione una numerosa presenza di poliziotti antisommossa. Ingenuamente abbiamo pensato che il treno era privato e che le ingenti forze dell'ordine aspettavano qualche illustre uomo politico, una scorta. Non avrei mai pensato ad un atto sciacallo come quello poliziesco.
Prima di tornare a casa ho solidarizzato con i lavoratori in lotta della Wagon Lits, con gli 800 lavoratori licenziati. Spreco di denaro pubblico per unatratta che non vuole nessuno (Torino-Lione) e licenziamento di lavoratori e smembramento di un centinaio di carrozze ferroviarie.
I treni notte che uniscono il nord e il sud del paese e i treni per i pendolari sono utili e necessari a differenza dell'alta velocità, anzi alta capacità, Torino Lione. I lavoratori hanno già superato le 100mila firme, solo a Torino Porta Nuova ne hanno raccolte 40mila. (Colgo l'occosione per invitarvi a firmare al loro banchetto che troverete in stazione).

Ma torniamo a sabato e alla vergognosa operazione da cui si possono trarre due conclusioni importanti.
La prima è che la criminalizzazione è un’arte tra le più padroneggiate per sabotare i movimenti popolari.
La seconda è che la lotta No-tav è nel pieno delle sue forze e preoccupa molto gli speculatori e i loro cani da guardia.
Descrivere con le parole cosa è successo sabato mi fa male, dovrebbe far male a tutti.
I poliziotti antisommossa hanno militarizzato una stazione, hanno recintato con le transenne l'ultimo binario, il 20. I No Tav si sono trovati schiaccati tra il treno e il muro. I poliziotti hanno caricato senza alcun reale motivo, se non per reprimere il dissenso, per lanciare un messaggio al popolo: chi contesta le decisioni dovrà assaggiare la violenze dello stato. Successivamente è iniziata la cacciA all'uomo che contesta la truffa della TAV.
Il Treno che porta a Milano è un simbolo. E' il treno, infatti che collega Torino con il resto d'Italia. La stazione di Milano.

"Ero sul treno delle 19,50 per Milano e ho assistito a delle azioni assolutamente ingiustificate e ingiustificabili delle forze dell'ordine che, a un certo punto, parevano avere perso completamente la testa arrivando a prendere manganellate, oltre che le persone, i finestrini del treno. Ccredo che ci dovrebbe essere un'inchiesta su quanto è accaduto anche perchè dopo un'eccezionale manifestazione pacifica e non violenta, questo episodio pare messo lì apposta, e non certo dai manifestanti, per macchiare una giornata splendida" (G.Cremaschi)

La manipolazione dei media, a partire dallo stesso TGR, è evidente. La polizia ha caricato senza un reale motivo, ha usato lacrimogeni in stazione il cui fumo ha inondato il treno direzione Milano. I TG hanno volutamente esplicitato che la polizia non ha usato lacrimogeni e hanno montato le immaginani al contrario, mostrando prima l'isolata risposta dei no tav e poi il primario attacco violento della polizia. Trovo riduttivo descrivere con le parole quello che è successo, guardate i video finchè non li faranno sparire dal web. Diffondete la verità.

Dopo neanche 48 ore arriva un nuovo blitz militare.
Un ingente presenza della forze dell'ordine, militari, ruspe, hanno invaso questo bellissimo territorio per imporre con la forza le scelte suicide delle lobby. L'esproprio dei terreni è arrivato prima del previsto, avevano paura della risposta della valle e come sempre, hanno agito nell'ombra. Luca Abba, 37 anni, molto conosciuto in valle per la sua opposizione alla tav, è in pericolo di vita.
Le condizioni di Luca sono stazionarie, verrà mantenuto in coma farmacologico almeno per due o tre giorni, ovvero fino a quando non si concluderà la fase di sviluppo delle complicazioni dovute alle folgorazioni e alle conseguenti ustioni di secondo grado.
Luca si è arrampicato su un traliccio per resistere pacificamente alle truppe d'occupazione, un poliziotto, come si vede dal video, lo ha inseguito.
E' rimasto folgorato dall'alta tensione. I soccorsi sono tardati ad arrivare, i lavori invece non si sono fermati neanche per pochi istanti, dimostrando ancora una volta che quando ci sono di mezzo i soldi, la vita delle persone, per loro, non ha importanza.
Luca è un agricoltore della valle, è un no tav e lo sarà ancora, questa è la mia speranza.

"Io abito da 10 anni in una borgata dell’alta valle Susa, nella casa dove nacque mio padre e dove hanno vissuto fino alla morte i miei nonni, sono coltivatore diretto da anni e vivo del reddito che mi fornisce la Terra tramite i suoi prodotti, faccio anche saltuari servizi di giardinaggio e il tempo che dedico (volentieri) alla lotta No Tav lo ritaglio tra il lavoro e le mille faccende della vita di campagna. L’amore per la Terra e per questa valle mi spinge a difenderla fino in fondo dalle mani avide degli speculatori" (Luca Abba')

L'ennesimo blitz militare mostra cos'è la loro democrazia: nessuna copertura legale, hanno attuato un'azione militare, come in guerra, disprezzando anche la vita umana. Chiomonte, Maddalena, Bussoleno, da paesini sconosciuti della Val Susa, sono divenuti ormai luoghi simbolo di resistenza, contro un'opera inutile dal punto di vista del miglioramento dei trasporti, dannosa dal punto di vista ambientale, efficace solo per sperperare denaro pubblico e arricchire speculatori e investitori. Per costruire la Tav dovranno passare sui nostri corpi, sulla democrazia e sulla costituzione. Per questo noi ci definiamo nuovamente partigiani della valle. C’è un legame di memoria storica tra la vecchia e la nuova resistenza. E' una lotta proveniente da diverse posizioni politiche, intergenerazionale, è una lotta fondata su una prospettiva sociale e ambientale che percorre i veri valori dell'uomo.

Sicuramente, anche perché non c’è alternativa: se non vinciamo moriamo tutti, non solo psicologicamente, ma anche fisicamente, per tutti i veleni che butterebbero nell’aria. La nostra è una lotta per il diritto ad esistere e siamo convinti che vinceremo: sono più deboli di noi, non solo perché inferiori numericamente, ma perché le loro ragioni sono squallide. La nostra lotta è diventata emblematica e ha dato forza a tante altre lotte, se noi perdiamo perdono tutti. Sappiamo di non poter cedere anche per gli altri movimenti italiani, siamo il segno che la lotta paga ed è possibile farla: vincere da coraggio, ti fa sentire libero. A loro fa paura la popolazione che decide di non accettare, perché sanno che se iniziamo a difenderci non avranno più il controllo. La famosa interiorizzazione della sconfitta è quella che impediva alla gente di difendersi, ma ora abbiamo deciso che non è vero che non si può far niente. La Val di Susa ha scelto di non arrendersi: siamo un fiume che scende a valle, non ci potranno fermare.” (N.Dosio)

La lotta ventennale del movimento No TAV spaventa, è la dimostrazione che dal basso e con tenacia le decisioni scellerate dei potenti possono venire bloccate. I media manipolano le informazioni ed invitano il movimento ad abbandonare la valle, perchè a dir loro, il movimento è stato sconfitto. Lo stato ha deciso di ignorare il dialogo e di imporre le loro decisioni militarmente, come ai tempi dell'occupazione nazista. E' in atto una vera guerra, con mezzi blindati e con la propaganda. In gioco c'è la democrazia e un nuovo stato politico e sociale. Ci spingono ad abbandonare, ci arrestano, ci caricano violentemente, ci intimidiscono, ci minacciano e ci spingono a morire. Tutto questo per un motivo: hanno paura della vittoria del movimento No Tav e della possibile reazione sociale che a catena potrebbe trasformare l'intero paese. Per questo oggi più che mai non molleremo. Sarà dura!

"Le prossime mosse del Movimento tutti le scopriranno al momento opportuno" (Perino)

Andrea 'Perno' Salutari

Fonte: Patria del Ribelle

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