martedì 20 settembre 2011

UN CANTIERE PER IL PARTITO DEL LAVORO

Per L'Italia, e per l'Europa, si delineano due alternative per affrontare la crisi.
La prima è di proseguire sulla via del liberismo e del monetarismo, accentuandola anzi ulteriormente con la costituzionalizzazione del pareggio di bilancio e con ulteriori compressioni dei diritti e del reddito dei lavoratori. La manovra classista e inefficace del governo Berlusconi ne rappresenta una versione, peraltro la peggiore.
L'alternativa è quella di avviare invece politiche basate sulla qualità dello sviluppo, a partire dalla qualità del lavoro, e su misure d'intervento pubblico nell'economia e di valorizzazione dei beni comuni.

L'alternativa attraversa il dibattito nei partiti della sinistra moderata europea, e nello stesso Pd. Le due strade presuppongono blocchi sociali di riferimento diversi. Per tutelare il lavoro, progettare politiche pubbliche, rilanciare la ricerca e la formazione, affermare una democrazia partecipativa, in una parola per difendere e attuare la costituzione repubblicana, serve una nuova coalizione politica e sociale, costruita intorno al lavoro. Avvertiamo l'urgenza, di fronte all'aggravarsi della crisi e all'emergenza democratica italiana, che qualcosa si muova a sinistra. In primo luogo le forze della sinistra, compresa la Federazione alla quale aderiamo, devono essere parte attiva della costruzione di una nuova alleanza democratica, che affronti su basi nuove il tema dell'uscita dalla crisi. In secondo luogo, e in una prospettiva più ampia e di più lungo periodo, occorre ricostruire una rappresentanza politica del lavoro: unico strumento che le lavoratrici e i lavoratori hanno a disposizione per delineare un'alternativa di società e una riorganizzazione democratica dei poteri, per proiettare in avanti e dare forza e unità a movimenti e sindacati.
La crisi delle due strade che, partendo dalla rappresentanza politica del mondo del lavoro, hanno si sono poste nel Novecento l'obiettivo della costruzione di una società diversa, ha lasciato un pesante segno negativo. Alle nostre spalle abbiamo l'implosione dell'Unione Sovietica e degli altri paesi del "socialismo reale" e la subalternità al neoliberismo degli eredi della social democrazia. Partendo dal valore universale della democrazia politica e dei diritti di libertà, è necessario riproporre l'esigenza di un soggetto politico che affronti il tema dell'alternativa di società, e che sia consapevole che ciò richiede un'autonoma rappresentanza politica del mondo del lavoro.
In questa prospettiva, socialdemocratici di sinistra, sindacalisti e comunisti hanno dato vita in altri paesi a importanti novità politiche, come la Linke in Germania e il Partito del lavoro di Lula. Lavoro-Solidarietà e Socialismo 2000 hanno contribuito a fondare la Federazione della Sinistra. Auspichiamo ora che i congressi del Pdci e del Prc decidano di trasformarla in un partito politico, che Sel assuma come proprio obiettivo la riunificazione della sinistra e non solo il confronto e la competizione con il Pd, e che nella Cgil e nelle sue categorie si espliciti la presa di coscienza che non esistono al momento partiti politici adeguati a rappresentare politicamente le loro lotte e le loro istanze. A queste forze, ma anche al Pd e all'Idv, ci rivolgiamo perché si apra un confronto sulle questioni qui sollevate. Da parte nostra abbiamo deciso di dar vita sabato 17 settembre a Roma a un movimento politico che si ponga l'obiettivo della costruzione del Partito del Lavoro. Siamo convinti che senza un'autonoma e forte rappresentanza politica delle lavoratrici e dei lavoratori la crisi del capitalismo può concludersi con la fine degli assetti democratici e dei principi sociali garantiti dalla nostra Costituzione.

C.Salvi (Socialismo 2000)
G.P.Patta (Lavoro Solidarietà)

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