domenica 23 ottobre 2011

No Tav: «Faremo disobbedienza civile»

Chi voleva che il count-down in vista di domenica fosse un'escalation di tensioni ha avuto il ben servito. Non saranno certo i No Tav ad alimentarla. Gli interventi articolati, le mani alzate per un voto unanime e il coro liberatorio finale con il motto «Sarà düra» sono il ritratto di un'assemblea intensa, che giovedì sera a Villar Dora si è espressa favorevolmente rispetto alla proposta del coordinamento dei comitati. Sarà una giornata di disobbedienza civile a volto scoperto e a mani nude (senza oggetti contundenti, solo tronchesine per tagliare «le reti illegittime del non cantiere»). Avrà regole precise e condivise: «Nessuno dovrà accettare lo scontro. Nessuno di noi - ha spiegato Alberto Perino - può permettere che accada il minimo incidente. Ci stiamo giocando una grossa fetta del patrimonio di oltre vent'anni di battaglie».

La zona vicino al sito della Maddalena, strade e sentieri, è off-limits già da questa mattina, secondo l'ordinanza del prefetto di Torino Alberto Di Pace. Ma la Valle - sfibrata dall'isteria politico-mediatica e dagli allarmi del ministro Maroni, che alla vigilia del 30 luglio disse che sarebbe scappato il morto quando poi non successe nulla - è pronta a «Diamoci un taglio». L'appuntamento è alle 10.30 di domenica a Giaglione. Questo il programma e le cosiddette «regole d'ingaggio»: «Dopo il concentramento - ha sottolineato Perino - andremo alla baita Clarea, verso le reti, attorno alle quali ci posizioneremo con estrema calma senza dare pretesti a essere male interpretati. Un segnale darà il via al taglio, un altro un segnale ci avviserà del rientro alla baita e poi a Giaglione. Tutto questo avverrà a volto scoperto. Se le forze dell'ordine lanceranno lacrimogeni e la Val Susa si riempirà di fumo alzeremo i tacchi e ce ne andremo in buon ordine. Chi vorrà portarsi la maschera antigas, nel caso ci fosse un lancio di Cs, potrà mettersela solo sulla via del rientro. Chi non accetta queste condizioni si pone automaticamente al di fuori del movimento e della manifestazione».
I No Tav sanno che sarà una giornata delicata (sanno, per esempio, che tagliando le reti incorrono in un reato; la Procura di Torino ha annunciato che chiunque cercherà di tagliare la recinzione del cantiere Ltf sarà arrestato). Ma hanno anche l'esperienza e la maturità per gestire la situazione. «Dovrà essere un nuovo inizio» ha detto in assemblea Maurizio Piccione di Spinta dal Bass. «L'immagine - ha aggiunto Ezio Bertok, No Tav Torino - che uscirà dalla manifestazione sarà quella che daremo all'esterno. Non siamo un piccolo cortile e abbiamo una responsabilità in più, perché siamo un punto di riferimento per tante realtà nel Paese».
Una zona cuscinetto di quasi un chilometro di diametro terrà i manifestanti No Tav lontano dall'area del cantiere, difesa da un migliaio di agenti. Il movimento cercherà di aggirare i blocchi: «Se ci sarà uno spiegamento tale da impedircelo - dice Perino - noi non cercheremo lo scontro. Avranno comunque perso loro, per lo sperpero di denaro pubblico causato». Lo ha spiegato Luigi Casel, liste civiche: «Il progetto di difesa militare previsto per domenica costerà mezzo milione di euro, esattamente i soldi che mancano al Consorzio socio assistenziale della Valsusa». Resta da capire quale sarà la reazione delle forze dell'ordine: dura o soft.

La Cub porterà cesoie di gommapiuma. Ci saranno anche le famiglie, ma i bambini resteranno al parco giochi di Giaglione: «Lì dipingeranno la loro protesta sui cartelloni». La maggior parte dei sindaci No Tav non parteciperà, ma riunirà l'unità di crisi a Bussoleno. Ci saranno gli amministratori delle liste civiche («Senza tagliare le reti» ha precisato Giorgio Vair, vicesindaco di San Didero). Ieri, il sottosegretario degli Interni Michelino Davico, ha invitato «a modificare la composizione dell'Osservatorio della Torino-Lione per permettere agli amministratori No Tav di indicare un loro rappresentante». Si vedrà. Per ora, la Val di Susa attende domenica, citando il poeta Walt Whitman: «Resistere molto, obbedire poco».

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