domenica 16 ottobre 2011

Piagnistei e cannoni - Sulla manifestazione del 15 ottobre

Oggi i piagnistei si sprecano. Ben sostenuti dalla stampa di regime che, da destra a sinistra, adesso si sbrodola sulle immagini degli scontri di ieri. Tutti ne prendono le distanze: indignados, incazzados, peones e salmones di questa sinistra pacifinta e non-violenta che ieri si è trovata per le mani l'ascia da menare e , tragicamente, si è ritrovata incapace di menarla.

E siccome 3000 ragazzini incappucciati rischiano di rovinarti la più bella manifestazione elettorale degli ultimi 50 anni allora adesso diamogli giù con gli insulti: black block, fascisti, provocatori.

La domanda fondamentale è: ma ieri che cosa volevamo?

Volevano arrivare davvero fino a Piazza San Giovanni, fare i soliti discorsetti di rito e poi piantare le tende? Se è questo che volevamo compagne e compagni abbiamo qualche problemi di comunicazione e forse anche di schizofrenia.

Perchè da un po' di tempo a questa parte io leggo su Facebook continui proclami bellicosi, gridi di rivota, di rivoluzione. “Riot! Riot!” si grida. Si inneggia a piazza Tahrir e ad Atene, si postano molotov, pietre e bastoni con un facilità impressionante. E ieri, che qualcuno quelle molotov, quelle pietre e quei bastoni li ha utilizzati davvero adesso li bolliamo come fascisti, gli gridiamo “scemi, scemi” o “fuori, fuori” mentre attaccano dal corteo la Polizia, oppure (cosa veramente vergognosa) li disarmiamo o arriviamo a pestarli all'interno del corteo (cosa vista con i miei occhi?). Eh no, compagn*, qui bisogna fare pace col cervello.

Ma pensate davvero che questi sistema cadrà con qualche tenda in piazza San Giovanni? Ieri non dovevamo dare l'assalto ai palazzi del potere? Non si era detto che avremmo “dormito al Parlamento”? E quando qualcuno prova a forzare i varchi per arrivarci a 'sto cazzo di Parlamento gli diamo del fascista?

Viviamo nella mitizzazione delle esperienze altrui: Piazza Tahrir, Puerta del Sol ecc. Come se lì fosse filato tutto liscio, come se in quelle piazza fossero state Woodstock. Ma che ve li siete già dimenticato gli scontri che hanno portato all'occupazione di quelle piazze, delle violenze, della battaglie con la polizia egiziana e spagnola per tenerle quelle piazze? Fatevi un giro in Internet e le trovete queste notizie. E allora cosa vogliamo? Cosa volevamo ieri?

Mi immagino già le critiche di una certa sinistra pacifinta che dice: “A causa delle violenze di ieri nessuno ha parlato dei contenuti della manifestazione”. E bravi merli che abboccate ancora a una volta a quello che dice il padrone. Ma la cosa è tanto falsa che si smonta con due esempi.

14 dicembre, scontri a volontà. Il giorno dopo, la stampa si è dovuta domandare perchè una massa imponente di gente incazzata aveva preso la strada dei palazzi del potere. E sono giunti alla conclusione che forse forse ci siamo rotti i coglioni (è tutto documentato, basta guardare su Google).

12 Ottobre, i Draghi Ribelli manifestano davanti alla Banca d'Italia. Tutto fila liscio. Le televisioni si concentrano sul drago di cartapesta e sulle tende messe sulle scale del palazzo delle esposizioni. Sui perchè fossero lì, nemmeno una parola.

Perchè la realtà cari compagni è esattamente questa e la diceva Bertolt Brecht più di 60 anni fa, riprendendo una idea ancor più vecchia, quella della Comune di Parigi “Dato che il cannone lo intendete e ad ogni altra lingua siete sordi, ora contro voi quei cannoni noi si volterà”.


Quindi, basta piagnistei.

Pancho Settantotto

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