lunedì 26 settembre 2011

Report della prima riunione "Dobbiamo Fermarli" di Torino

La prossima riunione si svolgerà giovedì 29 settembre alle 21, sempre presso la sala circoscrizionale di Corso Belgio, 91.

Circa 60 compagne e compagni si sono riuniti giovedì 22 Settembre a Torino sulla base dell'appello nazionale "Dobbiamo Fermarli". Erano presenti delegati/e ed attivisti/e sindacali, militanti politici e sociali, compagni e compagne di realtà di lotta di immigrati e collettivi femministi, ecc.
I presenti, pur partendo dai sicuri limiti e lacune presenti nei 5 punti dell'appello, così come dalla necessità di spiegarne meglio alcuni aspetti, hanno convenuto sulla bontà dell'iniziativa come tentativo di far convergere le lotte sui luoghi di lavoro, con le mobilitazioni studentesche, territoriali, delle donne, degli immigrati, ossia di tutti i segmenti di quel corpo sociale che oggi subisce gli effetti della crisi e le conseguenze drammatiche della doppia manovra del governo, così come con le mobilitazioni a carattere più ampio e generale, sulla base dei famosi "5 punti", a partire dal punto di partenza che "Noi il vostro debito non lo paghiamo".


Al tempo stesso, accanto alle future campagne nazionali, che si auspica emergeranno dall'assemblea di Roma del 1° Ottobre prossimo, la riunione ha ritenuto fondamentale e necessario strutturare e radicare una capacità di far vivere queste ragioni questi contenuti dentro il contesto del nostro territorio, provando ad elaborare punti di vista alternativi a quelli dominanti, sostenendo e provando a collegare le tante realtà di lotta che comunque si esprimono nella nostra regione su vari temi (dall'opposizione al piano Marchionne, alla costruzione di un movimento di lotta contro la precarietà, alla lotta contro le manovre finanziarie e "sociali" regionali o comunali, alla lotta contro gli F-35 o l'Alta Velocità in Val di Susa o i CIE), sui quali spesso siamo parte in causa. Un percorso che, quindi, cerchi di prevenire il rischio di lavorare su appuntamenti centrali ed importanti (come quelli del 1° e del 15 Ottobre) come interventi "spot", senza una preparazione precedente sul territorio e senza una prospettiva dopo.
Importanti sono state anche le suggestioni di molti interventi sullo spirito e sul metodo di lavoro, mettendo in evidenza:

la volontà è quella di collegare e di mettere insieme tutte le energie che condividono i contenuti e gli obiettivi dell'appello indipendentemente dalle appartenenze e dalle identità politiche e/o sindacali, e il rifiuto quindi di qualsiasi dimensione da "intergruppi", ritenuta non solo non utile, ma deleteria nella fase attuale;
la necessità, in generale, di riprendere a "comunicare con le persone", siano esse i nostri colleghi di lavoro o gli abitanti del nostro quartiere, o i cittadini che usufruiscono degli stessi servizi, ecc; uscire quindi da dimensioni da "addetti ai lavori" e riprendere il sano e "vecchio" lavoro di contro-informazione e coinvolgimento attraverso il rapporto diretto, facendo anche molta attenzione all'utilizzo di strumenti, forme comunicative e linguaggi adeguati;



Inoltre, gli interventi di parecchi compagni hanno battuto su alcune questioni di merito che necessitano il giusto approfondimento come: la spiegazione più chiara e articolata della campagna contro il debito, la necessità di gruppi di lavoro e di studio su temi come etica e lavoro, sul debito e sul rapporto fra finanza ed economia, la messa in relazione delle manovre del governo con l'accordo del 28 giugno, campagne di controinformazione sulle spese militari, ecc...

La riunione ha preso le seguenti decisioni:

Garantire la più ampia partecipazione all'assemblea di Roma del 1° Ottobre, nella quale interverrà un/a compagno/a a nome di tutta l'assemblea torinese;
Costruzione di una grande assemblea pubblica sull'appello, successiva a quella nazionale, dove coinvolgere tutti i firmatari - e non solo - e lanciare il percorso di mobilitazione sul territorio;
Organizzazione di una o più manifestazioni locali (a carattere di presidio, corteo rumoroso o altro), nella settimana precedente al 15 ottobre ed organizzare e favorire la più ampia partecipazione alla manifestazione di Roma;
Redazione di un volantino da diffondere nei quartieri e nei luoghi di lavoro che propagandi la manifestazione del 15, ma che cominci anche a sollevare l'attenzione sulle criticità locali.
Proporre due emendamenti al testo dell'appello su alcune questioni che mancano, abbastanza clamorosamente:

Al punto 3, aggiungere: "Abolizione della Legge Bossi-Fini, in modo da rendere il permesso di soggiorno a tempo indeterminato e non legato a un contratto di lavoro. Contro la disparità di stipendio fra uomini e donne, contro l'abbandono del lavoro salariato per causa di una gravidanza e il congedo di maternità per tutte, per il congedo obbligatorio di paternità, per la reintroduzione di norme che impediscano il licenziamento preventivo e le dimissioni in bianco”.
Al punto 4, aggiungere: il primo tende a dare la giusta visibilità al fenomeno del lavoro immigrato; si propone quindi di aggiungere il punto: "Per un nuovo welfare universalistico che garantisca servizi pubblici e reddito, che contrasti l'attuale politica che vorrebbe relegare le donne a casa a svolgere grtitente tutto il lavoro assistenziale e di cura e che contemporaneamente privatizza quesi servizi economicamente redditizi, in primis la sanità".

La prossima riunione si svolgerà giovedì 29 settembre alle 21, sempre presso la sala circoscrizionale di Corso Belgio, 91.

L'assemblea "Dobbiamo fermarli" di Torino

Nessun commento:

Posta un commento