giovedì 10 novembre 2011

Sotto commissariamento imperiale euroamericano o liberazione?

L'asse UE-BCE-FMI detta ormai, sfacciatamente, contenuti e tempi della politica economica e sociale italiana. La NATO fa altrettanto con la politica estera italiana. Ambiti d'intervento diversi di una stessa regìa politica anti e sovranazionale. Il principale riferimento e garante degli interessi euroamericani di dominio nel nostro paese è, in modo particolare in questa fase, Napolitano. Nominalmente presidente della Repubblica, è consacrato apertamente nelle vesti di garante dalla grancassa massmedia ascara ed internazionale dei poteri sovranazionali che contano. Passaggio di tappa, come in Grecia, è la costituzione di un governo sedicentemente 'tecnico', ma fattivamente –come sempre per ogni governo– politico.

Come in Grecia Lucas Papademos (ex vice presidente della BCE) si appresta ad assumere la guida del governo, così in Italia è un uomo delle oligarchie finanziarie sovranazionali, Mario Monti, che viene pompato –e non da adesso– per un esecutivo più prono e servizievole di quanto lo sia stato quello Berlusconi. Incerta, in Italia, è solo la tempistica di questa operazione. Subito o dopo formali elezioni?
La sostanza non cambierà. I principali e solo iniziali provvedimenti, preannunciati, da lacrimogeni e sangue, già fanno impallidire quelli altrettanto liberisti, anti-nazionali ed anti-sociali, dell'esecutivo uscente. Sull'onda dell'emergenza finanziaria innescata dalla tenaglia debito (indotto)-speculazione, frutto delle dinamiche di funzionamento dell'euro e delle politiche incorporate imposte dall'Unione Europea, si va verso governi che sempre più apertamente obbediscono a direttive sovranazionali e mercatiste, con sedi effettive di riferimento e consulenza sparse tra Bruxelles, Francoforte, Londra, con cabina decisionale e di regìa d'ultima istanza a New York e a Washington.

Sovranità, indipendenza e liberazione nazionale sono già all'ordine del giorno. Da molto tempo di fatto, in maniera evidentissima sul piano politico generale in questi ultimi mesi, settimane. Non si uscirà da questa situazione di dipendenza e servitù, né oggi né mai, senza aver sciolto quei nodi, senza aver riconquistato quei beni comuni –fondamentali e fondanti di ogni società– che, pressoché completamente, stiamo finendo per perdere.
Chi intende cambiare lo stato di cose esistente (in termini anti-capitalistici ed anti-imperialistici, per basilari rivendicazioni di libertà, di giustizia, di felicità sociale, di una vita degna di essere vissuta) e nell'agire politico/sociale vi prescinderà, si auto-confinerà sui binari morti dell'incomprensione della realtà delle cose, della non credibilità e sensatezza delle sue tesi, dell'impotenza politica. Allo stesso tempo è bene preparasi a contrastare chi, senza averne credibilità (storica e/o politica), si appresta a cavalcare opportunisticamente, strumentalmente, queste idee-forza.
Patria, indipendenza e socialismo. Fuori i fascismi dalla Storia. Alla lotta! — 

Fonte: Rivista Indipendenza

Nessun commento:

Posta un commento