Lettera aperta ai militanti e ai circoli del Partito della Rifondazione Comunista
Care compagne, cari compagni
questo giornale che ora potete leggere solo in rete ma che speriamo possiate tornare presto a trovare in edicola, esce grazie alla lotta e al senso di responsabilità delle lavoratrici e dei lavoratori di Liberazione. Da tre settimane, prima con un’assemblea permanente e ora con l’occupazione aperta della redazione, abbiamo evitato che di questo giornale si parlasse ormai solo al passato. Gli sciagurati tagli al finanziamento pubblico all’editoria, decisi dal governo Berlusconi e confermati dal governo Monti, e l’incertezza sulle future modalità di sostegno pubblico al pluralismo dell’informazione, che hanno spinto il nostro editore a quella che noi consideriamo un scelta suicida, vale a dire la sospensione delle pubblicazioni del giornale dal 1 gennaio, ci hanno spinto a un gesto estremo di responsabilità: abbiamo deciso di continuare a far vivere Liberazione, trasformando il nostro lavoro quotidiano in redazione (ora svolto in condizione di ferie coatte e con lo spettro dalla cassa integrazione a zero ore per tutti), in uno strumento di lotta perché si riapra la trattativa sindacale per assicurare un futuro a Liberazione e ai suoi lavoratori.
Sappiamo infatti quanto prezioso sia per voi questo giornale. Sappiamo come, seppur ridotto nelle pagine e con sempre meno risorse, Liberazione resti uno strumento importante per la battaglia politica in cui siete impegnati ogni giorno, per il lavoro di inchiesta che accompagna le lotte, per il dibattito e per la vita stessa del Partito. E lo stesso vale per le mille realtà sociali, di movimento, che conducono lotte e vertenze sul territorio e che spesso solo su queste pagine hanno trovato visibilità e ascolto. Sappiamo quanto Liberazione, pur con la sua piccola voce, abbia fatto in questi anni la differenza per tutte e tutti voi. Oggi tutto questo è a rischio.
Se il giornale restasse infatti per troppi giorni lontano dalle edicole, rischia di perdere il diritto di usufruire in futuro dei finanziamenti pubblici che lo fanno vivere. Per evitare questo pericolo abbiamo proposto al nostro editore di affrontare le prossime settimane continuando a uscire, riducendo ulteriormente i costi a cominciare dal costo del lavoro, in attesa che il governo stabilisca con precisione i nuovi criteri del finanziamento pubblico. Fino ad ora le nostre proposte non sono state ascoltate, ma proprio in queste ore sembra aprirsi uno spiraglio per il confronto con l’editore: non mancheremo di percorrere tutte le strade possibili.
Nel frattempo noi rimaniamo qui, dormiamo ogni notte tra scrivanie e computer, accanto a quelli che sono i nostri strumenti di lavoro, per continuare a fare questo giornale che consideriamo un bene comune, nostro, che lo costruiamo ogni giorno, e vostro, che ne siete l’anima, e dell’intera sinistra sociale.
E’ per questo che oggi ci permettiamo di chiedervi di condividere fino in fondo questa battaglia, quella per mantenere in vita Liberazione, come già fate ogni giorno sottoscrivendo per il giornale e moltiplicando ovunque le iniziative di sostegno. Vi chiediamo di esprimervi, di rivolgervi a tutti i dirigenti del Prc, il socio unico del nostro editore, per chiedere che si possa aprire una trattativa vera, perché questa crisi la si possa attraversare tutti insieme, tenendoci per mano. In questi giorni, in queste ore si decide il futuro di questo giornale, del nostro e vostro giornale e pensiamo che nessuno possa assistere senza reagire a questa agonia, senza nemmeno provare a salvare Liberazione.
Questa lettera è scritta con la determinazione di chi sta lottando per la difesa del proprio posto di lavoro, ma anche con la passione di chi parla di una cosa cara che vede minacciata. Pensiamo che questa battaglia sia anche la vostra battaglia e che insieme la si possa vincere.
La nostra occupazione è aperta a tutte e tutti voi, come a tutte le realtà toccate dalla crisi. Vi aspettiamo tutte e tutti qui a Occupy Liberazione e, se non potete essere con noi fisicamente, vi invitiamo a scriverci a incontri@liberazione.it o a Liberazione, Viale del Policlinico 131, 00161 Roma.
Le lavoratrici e i lavoratori di Liberazione
COMUNICATO STAMPA DEI LAVORATORI DI LIBERAZIONE
Il senso di responsabilità e la ferma determinazione dell’assemblea permanente unitaria dei lavoratori di Liberazione dà i primi fruttI. Oltre al mare di solidarietà che inonda fin dal primo giorno la redazione occupata di viale del Policlinico, ora giunge anche un segnale dalla Mrc. L’editrice di Liberazione rompe il silenzio dopo la rottura del tavolo di trattativa nazionale presso la Fieg del 27 dicembre per annunciare finalmente la propria «piena disponibilità a valutare tutte le proposte utili a trovare positive soluzioni» alla vertenza aperta sul giornale. Le rappresentanze sindacali, che avevano presentato al tavolo appunto una proposta alternativa di azioni sui costi (in primis quello del lavoro, nonostante i sacrifici durissimi già in atto) e sui ricavi, finora né discussa né presa in considerazione, apprezzano. Di particolare rilievo l’interesse espresso dall’editore per ipotesi finalizzate a salvaguardare «la continuità editoriale» e «occupazione». Un notevole passo avanti da parte di chi si era seduto al tavolo comunicando la volontà di sospendere l’uscita in edicola e chiedere la Cassa integrazione a zero ore per tutti. Le comunicazioni restano contraddittorie, visto che la presa di posizione indirizzata al Cdr (e non alla Rsu dei poligrafici, supponiamo per disattenzione) giunge in contemporanea con la lettera raccomandata con la quale la stessa Mrc comunica al Ministero del Lavoro la contestabile determinazione di annullare gli ultimi accordi, tra i quali quelli che stabiliscono i contratti di solidarietà in corso, e la richiesta alla Regione Lazio per la cassa integrazione. Nonostante questo, il Cdr e la Rsu di Liberazione confermano a loro volta la piena e totale disponibilità al confronto con l’editore, a partire dalla proposta alternativa già portata al tavolo, per costruire una soluzione ponte che, salvaguardando integralmente i livelli occupazionali esistenti, permetta alla testata di giungere viva al nuovo regolamento di settore e ai nuovi stanziamenti pubblici. La redazione, messa in ferie coatte dall’editore, attende l’invito per un incontro urgente continuando l’occupazione e producendo, con la direzione, un giornale di lotta.
il Cdr, la Rsu, l’Assemblea permanente di Liberazione
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