E' davvero avvilente notare il declino morale e politico del centrosinistra torinese e del suo principale attore: il Partito Democratico. La città è sommersa da manifesti firmati dal "rottamatore" Catizone, sindaco di Nichelino, indagato per abuso edilizio. Come non dimenticare la candidatura nel PD alle scorse comunali (2011) di Giusi La Ganga, politico che ha patteggiato 20 mesi di reclusione e multa di 500 milioni di lire per finanziamento illecito ai partiti (1) L'estate calda, causa scandalo Penati, del Partito Democratico, pare non finire mai, proprio come il suo declino morale. Ma sicuramente è il declino politico del PD e di tutta la coalizione del centrosinistra di Fassino che più fa gridare allo scandalo e al tradimento.
Sono passati pochi mesi, ma sicuramente uno dei provvedimenti più osceni è la privatizzazione, seppur parziale, dell'AMIAT, della GTT e della TRM.
Se il grande popolo del Referendum, il popolo della sinistra (e non solo), aveva chiesto a gran voce di abbandonare il modello neoliberista e di pubblicizzare i beni comuni, a partire dall'acqua, la giunta sinistrata di Fassino ha risposto nel peggiore dei modi: privatizzazioni!
Il 23 novembre 2011 il Consiglio Comunale di Torino ha deciso di VENDERE il 40% delle aziende pubbliche locali: AMIAT (rifiuti), GTT (trasporti pubblici) e TRM (termovalorizzatore) per un solo motivo: far cassa. Per farci mandar giù la pillola hanno propagandato le solite falsità, dicendo che i servizi saranno migliori, più puntuali e le tariffe più concorrenziali.
Il collettivo "Le Lavoratrici e i Lavoratori Beni Comuni al servizio della cittadinanza" respingono queste falsità con dati reali e documentabili
"Gli acquirenti delle tre aziende avranno l’obiettivo di ricavare degli utili e lo faranno a spese della cittadinanza e delle/i lavoratrici/ori del settore.
Attenzione: già a partire dal 1 dicembre 2011 saranno attuati i primi tagli al trasporto pubblico locale (rete ferroviaria e autobus), tagli che continueranno nel 2012 e fino al 2014. Scompariranno così intere linee urbane: ad esempio il 63 e il 14 saranno accorpati con un grave peggioramento del servizio in tutta la zona di Mirafiori sud. E’ prevista la riduzione di altre linee, con conseguenze disastrose per l'utenza. In sintesi, invece di aumentare il trasporto pubblico per ridurre il traffico e l’inquinamento si diminuisce il servizio: di conseguenza aumenteranno i tempi di attesa di bus e tram alle fermate, le vetture circoleranno stracariche e peggioreranno la manutenzione e la pulizia. E naturalmente, come ha già annunciato la Regione, fra breve verranno aumentate le tariffe, nella misura del 6% per i bus e del 18% per i biglietti ferroviari.
Prevediamo che anche il servizio di raccolta rifiuti offerto da AMIAT peggiorerà drasticamente, con aumento delle tariffe e una città più sporca.
Ma soprattutto, care cittadine e cittadini, con questa decisione il Comune di Torino obbedisce all’ultimo decreto del governo Berlusconi, che nel frattempo è caduto, e viola i risultati dei referendum di giugno che hanno abrogato l’articolo 23bis del decreto Ronchi con il quale si obbligavano i Comuni a vendere quote delle proprie aziende a privati. Siamo costernati dal fatto che anche i partiti sostenitori di quei referendum - SEL e IDV – che ora sono al governo a Torino, e in altre città italiane, hanno votato per vendere le aziende pubbliche, insieme al PD.
A Torino i servizi locali erano diventati pubblici a inizio Novecento a seguito di un referendum popolare e sono stati indispensabili per la crescita economica della città. Oggi, a parole si invoca la crescita contro la crisi, ma nei fatti si consente a pochi monopolisti di fare affari sui servizi essenziali, cioè sulle necessità di base delle cittadine e cittadini: i trasporti, i rifiuti, l’energia."
Da gennaio il prezzo del biglietto aumenterà del 50%, un biglietto urbano costerà 1,50. Verranno soppresse e ridotte alcune linee per un servizio meno efficiente. Il comune farà cassa e a pagare saranno sempre i cittadini, che con un prezzo maggiorato si troveranno un servizio ridotto.
Il posto di lavoro di molti lavoratori è a rischio: non possiamo permetterlo.
Per protestare e denunciare la privatizzazione abbiamo lanciato a Torino il "Ticket Crossing", una risposta dal basso, alla crisi, contro l'aumento del prezzo del biglietto e la privatizzazione della GTT. Il trasporto deve tornare un bene comune accessibile a tutti.
Cedere il biglietto ancora valido, utilizzare tutti i minuti di validità, lasciare il biglietto ancora valido nei punti ticket crossing sono modi per abbattere, dal basso, il costo e aiutarsi come collettività. Questa è la nostra iniziativa per resistere alle privatizzazioni e alla speculazione sui servizi pubblici.
Oblitera il biglietto, conservalo fino alla tua destinazione. Prima di scendere dal bus controlla quanto tempo di validità rimane e inseriscilo nel punto di “ticket crossing” che trovi nei pressi di tante fermate e che puoi facilmente creare vicino alla fermata sotto casa.
Prima di salire sul bus, controlla che qualcuno non abbia lasciato un biglietto ancora valido nel punto di ticket crossing.
Alla nostra prima uscita, in quasi 2ore, abbiamo distribuito 5mila volantini e diverse persone hanno ceduto il proprio biglietto. Moltissimi cittadini, soprattutto giovani e anziani, hanno lodato la nostra iniziativa, mostrando un grossissimo malcontento verso la scelta antipopolare della Giunta Fassino.
Contro la riduzione del servizio e l'aumento dei costi!
Contro la privatizzazione di AMIAT, GTT e TRM
Come Giovani Comunisti vogliamo la pubblicizzazione dei beni comuni e chiediamo il servizio gratuito per studenti, pensionati, disoccupati e le fasce più deboli.
La privatizzazione è "una cagata pazzesca". La nostra risposta è Ticket Crossing, prossimamente nelle migliori fermate dei pullman!
Andrea 'Perno' Salutari
Coordinatore provinciale dei Giovani Comunisti Torino 2.0
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